domenica 30 maggio 2010

La verità è che ho paura...

Cosa vuoi da me?
Messaggi contenenti messaggi.. subliminali..
Federica: “Vuole uscire con te, fattene una ragione..”. Ecco, io una ragione non ce l’ho, non riesco a farmela.
La verità è che ho paura.
Ho fottutamente paura.
Paura di un sacco di cose.
Paura dell’insuccesso prima di tutto, paura e ribrezzo verso i ragni ed altri insetti strani, paura di perdere qualcuno a cui tengo, paura di non farcela a fare tutto, paura che mi finiscano le sigarette, paura del bianco. Paura di che cavolo pensa Nadai di me, paura di dire quello che desidero a chi me lo potrebbe dare, paura di conoscere, paura di conoscermi, paura di innamorarmi, paura di fare del male e di fare del bene, paura di essere in ritardo, paura di dimenticare le chiavi di casa. Paura di rimanere da sola con qualcuno che conosco poco, paura di ammalarmi, paura di deludere, paura di venir delusa, paura che capiti qualcosa di storto a chi voglio bene, paura ad essere giudicata, paura a giudicarmi, paura ad essere al centro dell’attenzione. Paura e disagio nelle stazioni ferroviarie di notte, paura di dire le cose sbagliate per aiutare una persona, paura di lasciarmi influenzare e convincere da altri su cose che posso e devo decidere soltanto io, paura di perdermi qualcosa, paura di regalare un sorriso di troppo, paura di sprecare le mie lacrime, paura di capire tutto male, paura di perdere il treno. Paura di essere convinta di qualcosa, paura di provare qualcosa di vero.
E per fortuna non ho paura del buio, di Milano o delle fabbriche cinesi.
La verità è che ho paura. Ho fottutamente paura. Paura di un sacco di cose.
Ma dov’è finito il coraggio della paura?

lunedì 10 maggio 2010

Avventure di un bel sabato sera


Sarebbe potuto essere un sabato qualunque in queste sconfinanti lande goriziane. Ma non è stato così. Prima una cenetta a tre (donne), il solito esperimento, poi allo Zenzero, un Mojito e un quattro prosecchi per raggiungere quello stato di allegria fatale: ho ritrovato allora la voglia di parlare anche per dire cose non pseudo-intellettualoidi, e ridere per ogni cosa, al vedere Sanela distesa causa mal di testa su un divanetto sotto la pioggia. E il piacere nell’insegnare a fumare alla Fra, legare con tre Goriziani quasi trentenni e dopo una mezzora di conversazioni insussistenti, ritrovarsi in macchina con loro dirette allo Square, davanti a noi soltanto una notte di ballo scatenato. E chissà cos’altro… Ironia della sorte: beccare in loco anche Nicola, Luca e Alfredo.
Tre donne, tre uomini conosciuti un’ora prima (ovvero perfetti sconosciuti), e altri tre incontrati solo per serate unicamente alcoliche. Tre donne e sei uomini si ritrovarono così, ci ritrovammo così a ballare tutta una notte, fino alle 4.30 alla chiusura del locale, a ballare per dimenticare, in quei corpi che ritmicamente si univano e separavano, e si conoscevano, a ballare per imparare, ballare e promettersi che sarà ancora tutto così. Tre ragazze ventenni innamorate dei loro sogni e di nient’altro, orgogliose di chiamarsi donne, egoiste nel pestare malauguratamente piedi altrui; tre uomini in cerca esclusivamente di una sana scopata per coronare un sabato sera; tre meridionali ormai stanchi della solita Gorizia e della squallida Nova Gorica, ma sorridenti nel condividere un cubo o una pista da ballo.
Bella gente. Non ci rivedremo più. Non per serate tanto divertenti. È giusto così probabilmente, è il fascino della prima volta, prossimamente non ci sarebbe più nulla da scoprire nel fondere i nostri corpi in quei volumi assordanti.
Ma Nicola sì, lo rivedrò. Talentuoso ballerino tutto sommato.

lunedì 3 maggio 2010

sick bt smilin...



Costantemente malata. 38° again. C’è veramente qualcosa che non va a quanto pare. Non è normale finire a letto ogni 15 giorni con febbre alta o quant’altro. Per fortuna c’è qualcuno vicino. Sarebbe ora di andare a fare le nanne ti dice, e tu zitta zitta ingurgiterai della Tachipirina che ti potrebbe dare qualche reazione di sfogo anomalo se va come l’anno scorso, ma così la vita non va e non può andare.
Finesettimana fra i più strambi… Arrivare e venir catapultata ad un funerale… Vuillaume senza tastiera, panico e smarrimento, l’umidità fa male anche a lui, tra un po’ raggiungeremo la perfetta simbiosi… ma a differenza di me, lui si è già ripreso… Sabato sera a passeggiare in centro col frat, a mezzanotte a domandarsi come starebbe nostro padre con i capelli tinti e un pizzetto curato, a progettare qualcosa per il futuro, chissà quale, chissà quale… E poi domenica sera, qualche parola, qualche sigaretta, qualche cosa di very demotivational, qualcos’altro…
«Ti amo» «Non si può non soffrire» …se detto in momenti seri ci sarebbe da riflettere sulla tristezza dei casi della vita, ma in questo caso non si può che pernsare: «enjoy Federica by night».
Ah, Fede, visto che il colloquio lo hai fatto e sono certa ad agosto partirai, una sola cosa per la tua coinquilina o ex coinquilina ti chiederò di fare al momento della separazione: promettermi che tornerai. …E facebook naturalmente.

walkin away


Bologna. Ore 2.25 am. Aspettando per un paio d’ore di sigarette e caffè un treno di incerta destinazione e prenotazione. Infine si torna a Gorizia. Una cinese che sputa nel cestino. Un po’ di gente che dorme in sala d’aspetto, un uomo russa pesantemente. Una certa spensieratezza dopo una giornata troppo scazzo, fatta di persone che non si fidano di te perché hai un senso dell’orientamento migliore del loro, e di corse assurde quanto disperate per arrivare a Torino Porta Nuova in tempo.
Ma in tempo per cosa? Per raggiungere un posto prenotato che chissà se esiste ancora, e riuscire a lasciare Torino alla volta del capoluogo isontino e di Trieste..? È finita: finito il workshop, finita l’esperienza fantastica in casa Acmos, finita con Amira Hass e Michelangelo Cocco, finita quella fottutissima sindone, finito l’oratorio di Gesù operaio, finita con Francesco, Eva, Carlotta, Thiago, Cristina, Davide e quanti altri, finiti i gelati Grom e quella panna eccezionale.
È stato bello. Ed è finito. Cosa sia iniziato non lo so. Con il finire della voglia di dormire è iniziata quella di fumare una sigaretta dietro l’altra. Ed è iniziata un po’ di consapevolezza e desiderio di fare qualcosa. Idee comunque poche. As usual, everything’s all right…


È stato tutto così veloce. Un giorno e mezzo per compilare il form, trovare quelle tre maledette e fortunate parole, passione, crescita, …, inviare rapidamente, quasi in ritardo la mail, ricevere una telefonata già inaspettata che ti ha regalato quel sorriso infinito. Infine vai in Senegal, Fede, l’Africa che tanto desideravi l’hai trovata in un bando di volontariato per qualche settimana estiva in quei luglio e agosto torridi che sono insopportabili anche qui.
Sono molto contenta per te, benché disprezzi il volontariato come ben sai, ma quello che in realtà mi sto chiedendo è perché paradossalmente non ho trovato lacrime per piangere quando me lo hai detto mentre molte hanno rigato il mio volto nel venire a conoscenza del fatto che hanno preso la Fra in Erasmus alla Sorbona.
E ci saluteremo per un bel po’… Io sinceramente non me la immagino questa casa senza di te, non me la immagino senza i tuoi infiniti brodini, senza i chili di insalata, senza Jaco, senza le tue truzzate, senza festoni ben organizzati, senza cicchetta insieme, senza the, ovvero senza te. Suonerà sempre irrimediabilmente vuota malgrado tutte le note del mio strumento, malgrado feste, urla, canti, pianti e risate, malgrado chissà chi diamine mi ritroverò nella stanza accanto, chissà con chi cavolo parlerò di tutto e di niente perché non capirà niente, o perché capirà tutto e gli sembrerà niente, chissà chi mi andrà a prendere le medicine quando starò male, chi mi porterà a casa il gelato per cercare di regalarmi un sorriso, chi non perderà mai il coraggio e la disperazione di credere in me, e tenterà ogni volta di infondermi la forza di andare avanti, chi mi tirerà una sberla quando ce ne sarà il bisogno, chissà chi mi vorrà bene…
Chissà…