martedì 6 aprile 2010

26-III-2010


Esigenza spasmodica di scrivere... Ma non di redigere il curriculum per il workshop a Torino, non di prendere appunti, non di stendere un esaminando tema sulle teorie moderne di economie di scala, non di digitare una mail che mai riceverà risposta malgrado le promesse o un sms rompicoglioni…
Semplicemente scrivere una pagina di blog che mai avrà risposta perché non ne chiede: vuole soltanto dire questa insofferenza dovuta non esclusivamente ai troppi caffè e al troppo poco sonno…

Qualcuno che ti dice “ti voglio bene”, qualcun altro che te lo dice per sbaglio, con qualcuno cui tenevi si è rotto qualcosa e sai probabilmente irrimediabilmente…
Una giornata di nuvole grigio chiaro per parlare della seconda scuola di Vienna, ma con la testa a Baudelaire… è sempre lui, maledizione…
Cielo giallo all’orizzonte: un tramonto andato a male…
Il trio Rachmaninoff a fare da melanconica colonna sonora ad un treno stranamente non in ritardo… Probabilità di ottenere quella agognata conversazione colta: zero.

Voglia di morire: zero.
Voglia di vivere: zero.
Voglia di volere: infinito.

Voglia di piangere.
Pensiero ricorrente: Federica, il bene che le voglio. E la gente che passa, i sorrisi forzati, e questo muoversi continuo. Alla ricerca di che cosa?

Che diamine è la legge dell’ortica?

Alla ricerca dell’altro per evadere da noi stessi…
Alla ricerca di noi stessi per evadere dal mondo…
Alla ricerca del Bello per evadere punto…

Toh, forse sta arrivando la primavera… Siamo già in primavera… Ed è invernale, sottilmente subdola, ingenua ma disincantata, come quella trascrizione schoenbergiana del Kayser Quartet di Strauss.

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