mercoledì 20 gennaio 2010

muro contro muro


Gentilissimo, a parte il fatto che, malgrado Le possa aver dato l’impressione di aver seguito la Sua lezione-seminario di oggi, ho passato tutto il tempo a decorare il mio quaderno con il monotono sottofondo di euro regioni e GECT, mi trovo costretta a rivedere le mie posizioni in merito alla mia personale opinione sul Suo conto. E non perché io sia più lunatica di Lei, chiariamoci, ma perché ogni volta c’è qualcosa che non va, e se a fronte di certi altri aspetti veramente apprezzabili mi ero fatta certe convinzioni, ad oggi il punto di non ritorno è superato. Il sacrificio della patria è consumato.
Mi aveva quasi persuaso del fatto che in questa vita bisogna sapersi vendere, e ormai avevo fatto mio questo motto. Ma c’è un limite a tutto. Vendersi per me, comunque, non ha mai significato mancare intenzionalmente di qualità in forza di altri aspetti. Vendersi era integrare argutamente conoscenze, competenze e abilità sociali, di presentazione generale per così dire..
Un invito così caloroso e fermo ad un pseudo gruppo di studio, sinceramente non fascista, sulle Foibe come tentativo di snazionalizzazione, non si può che rifiutare. Rifiutare per dimostrarLe, Gentilissimo, che in questa fottutissima società c’è ancora qualcuno che prova schifo e ribrezzo per la vita, per i meccanismi che regolano il mondo di cui fa parte. Rifiutare per ricordarLe, Gentilissimo, che partecipare al seminario Suo e di “Ezio” non significa ipso facto essere dei leccaculo privi di qualsiasi tipo di orgoglio. Rifiutare per chiarirLe, Gentilissimo, che il rapporto docente-studente non è improntato su viscidi e sgradevoli piaceri reciproci o semplicemente unilaterali. Rifiutare per farLe presente, Gentilissimo, che lo sguardo disgustato che Le ho rivolto a fine lezione e che Lei ha ben notato era una delle cose più sincere che io abbia mai fatto, insieme ai pochi “ti voglio bene” che ho detto in questi anni di esistenza insulsa. Spero Lei l’abbia apprezzata, quell’occhiata sprezzante.
..E questo smile che ho appena apposto a questo sms è certamente nel novero delle cose più ipocrite. Ma la vita è così, non sempre si può scegliere se essere un Mib in Lab maggiore o in Do minore.. Ed ora io lo sono in Do minore. Cosa c’è di più vero di questo..?
Eh, beh, alla fine ci sei arrivata no?! È un po’ tardi però.. Sconsolante. Abbasso la vita, viva l’obitorio. ERRATA CORRIGE: abbasso chi non sa vivere, viva la sua tomba. Anch’io credo non vi risponderò più al telefono viste le premesse. Grazie padre. Ecco, a te non ho mai detto un “ti voglio bene”. E va bene così..
Toh, una lacrima.. È salata: sarà opportuno mescerla col mio sangue amaro che non piace alle zanzare..

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