mercoledì 27 gennaio 2010

Il nodo di Gordio



Cara Friede,
devo assolutamente ringraziarti. Ma non voglio che ciò sia qualcosa di banale, ripetitivo, incagato e incagabile come questo blog. Per ciò scrivo queste poche righe che tu probabilmente non leggerai mai, ispirata da tristi note del buon vecchio (Bonvecio) Battisti (non Cesare eh!)..
Il mio, si sa, è un blog che non ha altre prerogative che salvare quanto sento, compito un tempo affidato alla mia agenda.. Si tratta, appunto, delle solite lamentele che costituiscono il motivo ricorrente delle mie giornate. Ed anche questo grazie sarà dunque una lamentela, benché l’esame sia andato bene: una lamentela da gridare contro questo mondo ingiusto che distribuisce meriti a caso e in cui per fare uno stage da qualche parte devi andare a letto col cinquantenne di turno.
Grazie per tutto quello che hai fatto per me in questi giorni e sempre, sai che quel voto è il risultato di noi due, non di me e basta, forse più di te che di me. Di un po’ di fortuna (anche un po’ più di un po’). E della capacità di sapersela cavare.
Ma è sommamente ingiusto il come è andata. Ti assicuro io che doveva essere il contrario, per quello che avevi studiato e per quello che io non avevo studiato. Per il mio non rinunciare al sabato sera, per il mio ostinarmi a prove varie ed eventuali, per la mia preparazione affrettata..
La provvidenza divina tanto osannata da Manzoni non esiste, e tanto meno dio. Esiste l’uomo e tutta la sfiga che si porta dietro, la sua nuvola di Fantozzi, il mondo di ingiustizia che gli gira attorno e che gira con lui.
Senza volerti ricordare il fatto, senza enfatizzare tutte queste componenti che, certo, potrebbero farti male, con una parola soltanto,
Grazie

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