mercoledì 16 settembre 2009


Blocchi, giornate blocchi… Certo, capitano a tutti… Ma Fede, sai meglio di me che è il terrore di deludere e la coscienza di avere un’altra possibilità che ti fa mollare così. Oggi ce l’hai la seconda possibilità. E anche la terza, la quarta, quante vuoi. Ma domani, domani chissà… Lavoro, famiglia, persone… Oggi è già domani in certe cose… Non sempre abbiamo seconde, terze, ennesime possibilità. Per questo conviene prendere le cose come vengono. Anche se non si è pronti: non lo si può essere sempre. Pronti a tutto non lo si può essere mai, se non nella misura in cui si riesce a cavarsela anche nella non prontezza. È questo, credo, che più di ogni altra cosa mi ha insegnato il liceo classico: a cavarmela anche quando non sono in perfetta forma, sopravvivere facendo perlomeno una figura decente, se non quella ottima di chi ci ha messo tutto se stesso.
So di non essere un emerito nessuno per dirti le cose che sto per dirti, e che ho un sacco di problemi, io… Ma ritengo opportuno farlo per farti un po’ riflettere, se mi è dato. Non prenderla come una sfiducia nei tuoi confronti perché non è così, io continuerò a guardarti negli occhi come sempre, e spero altrettanto farai anche tu, ti apprezzerò sempre per quello che sei, con tutto ciò che esso comporta.
Mi hanno dato veramente fastidio le tue lacrime. Non me l’avrebbero dato se oggi tu facessi l’esame… Nel qual caso avrebbero significato ‘mi dispiace, ma devo fare così, anche se non sono al top, ciò mi dà fastidio, piango, ma devo’… Invece mi hanno detto soltanto: ‘non so neanch’io bene il perché ma sono una vile, mi tiro indietro anche questa volta, e non do spiegazioni perché non ne ho’… Ma ti vedi? Dici di sentirti obbligata moralmente a ‘fare’ per via dei tuoi: allora fai… Io, per ciò, l’esame l’ho fatto a luglio e come ben sai il voto è stato quello che è stato, amen. In quel momento per me dovevo far vedere quello ai miei, non è di certo un bene per me, ma va così… Mi concedo molte meno seconde possibilità di quante tu te ne conceda, perché so che nella vita sono rarissime, tanto più le terze, quindi conviene abituarcisi da subito… Tu però è la seconda volta che tiri pacco, stai male per questo, ma evidentemente ti basta avere la coscienza a posto sul numero/30, non stai ad ascoltare il cuore di chi ti è vicino, e tanto meno quel poco di buon senso che dovrebbe essere penetrato un po’ in tutti…
Mi hanno dato fastidio le tue lacrime perché forse non ti rendevi conto di davanti a chi piangevi – spero che sia così, che non piangevi davanti a me ricordandoti di chi sono e di come sono. Ho un sacco di problemi in più di te, Fede, la mia vita ha un sacco di problemi in più della tua, lo avrai certamente intuito. Ti è appena andata male con Lorenzo? Dolori al dente? Dubito sia per questo motivo che non ci stai con la testa, e lo sai meglio di me. Se ci sono dei problemi in te stessa, non sono io a doverteli risolvere e tu non sei persona da lasciarteli risolvere dagli altri. Ma risolviteli tu stessa allora, non stare a guardare il mondo che ti passa davanti: quello sfugge a tutti, c’è poco da fare, se non prendere al volo le poche occasioni che transitano a portata di mano. Non sai quello che vuoi? Nel dubbio si fa sempre tutto, anche perché sei tu la prima a dire che la laurea triennale, poche monate, la prendi qui a Gorizia.
Mi hanno dato fastidio le tue lacrime perché erano quelle di una persona rassegnata ad esistere, non quelle di chi è volenteroso di riempire la propria vita con ciò che più gli aggrada. Erano lacrime tra le più inutili: non erano uno sfogo, né lacrime di indignazione, di quelle che danno tutta la forza per cambiare. Erano le lacrime di una ragazza che non sa cosa fare, che non sa assumersi le proprie responsabilità, che non sa ovviare ai problemi che si ritrova. Che sono tanti, come per tutti, e con cui bisogna saper convivere: la cosa più grande che devi ancora imparare a fare è arrangiarti.
Arrangiarti senza il bisogno della telefonatina alla mamma (che, chiaro, ti dirà di fare quello che ti senti ma che dentro pensa e vorrebbe altro), arrangiarti senza la necessità di un trenta per stare a posto con se stessi, o meglio: senza l’imperativo categorico di doversi sentire preparati a dare il meglio di sé sempre, ovunque e comunque: non sarà mai possibile essere al top della propria forma in tutte le giornate lavorative, basta trovare il metodo per essere sempre ‘ok’. Ed è quello che, a mio avviso, ti manca di brutto. Ma non perché sia impossibile per te trovarlo visto che inesistente, ma perché con questo tuo dover raggiungere un grado di sicurezza ultra-alto, non hai mai provato a cercarlo, questo metodo.
Mi hanno dato fastidio le tue lacrime, e con questo non ti sto invitando a non piangere più davanti a me, ti sto pregando di mettere a posto te stessa, di conservarle per qualcosa di più degno. Spero di non dovere più usare la mia schiettezza cattiva ‘contro’ di te, che ti farà anche male forse... Certe cose sarebbe meglio imparare a dirsele da soli, no?!
Mi hanno dato fastidio le tue lacrime, e ho preferito nascondertelo perché ritenevo che in quel momento non ti avrebbe fatto bene saperlo, e neanche un ‘male-bene’.
Mi hanno dato fastidio le tue lacrime perché, nonostante tutte queste parole di rabbia, di bene te ne voglio, e mi dà fastidio vederti buttarti via in questo modo.
Mi sento una merda a permettertelo.

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